Casato Corleone
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Contea di Suoio

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Messaggio  Aster_x Lun Ago 01, 2011 11:57 am

Conteberangario ha scritto:Riporto qui il mio blasone e i miei sigilli per nn andare persi

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STORIA DELLA CONTEA DI SUIO

Le attuali terre della Contea di Suio, facente parte della Provincia di Terra di Lavoro nel Regno delle due Sicilie, sono proprietà attuale del Conte Berengario Corleone, XVII Governatore di Terra di Lavoro e facente parte del nobile casato Corleone.

Suio è un piccolo centro urbano posto sulle estreme propaggini dei Monti Aurunci, presso il fiume Garigliano, dal quale si scorge un suggestivo panorama della piana del Garigliano e del golfo di Gaeta.

L'abitato è suddiviso in due agglomerati principali: Suio Paese, sull'altura con l'antico castello medievale, ora di proprietà dell’attuale conte, e Forma di Suio, ai piedi del castello accanto al fiume, dove sgorgano acque sulfuree termali.

Suio è noto fin dall’ epoca romana per la ricchezza delle sue acque termali dalle straordinarie proprietà terapeutiche e deve probabilmente ad esse il nome. Data la particolare posizione strategica, ha rivestito nel corso dei secoli un ruolo determinante nelle numerose battaglie svoltesi nella zona, dalla conquista romana della pentapoli aurunca costituita dalle città di Vescia, Sessa, Sinuessa, Minturnae ed Ausona, fino ai giorni nostri con l’assegnazione della contea facente parte della Provincia di Terra di Lavorono nel Regno delle due Sicilie, per volere dell’Illustrissimo Collegio Araldico, all’attuale Conte Berengario Corleone del nobile casato dei Corleone.

La zona in epoca pre-romana fa parte del territorio della Pentapoli Aurunca. I primi insediamenti sull'attuale territorio di Suio, che si fanno risalire al popolo degli Aurunci, sono legati all'uso delle acque termali che sgorgano spontaneamente.

Le Terme di Suio sono le antiche Aquae Vescinae, citate anche da Plinio e Lucano, molto frequentate soprattutto durante il periodo dell'Impero Romano. Testimonianza dei fasti dell'epoca è, ad esempio, la cosiddetta vasca di Nerone, piscina Duratorre in località Sant'Antonio, in cui fu rinvenuta una sedia balneare di porfido. Alla caduta dell'Impero Romano l'uso delle acque termali si è ristretto via via alla sola popolazione locale.

I Romani presero il controllo del territorio a seguito della battaglia del Veseris nel 314 a.C. Alcuni storici del posto, ritengono che il toponimo Veseris etimologicamente derivi proprio dalle caldane locali. La particella ves, in antiche lingue italiche, indicava luoghi ove si verificavano emissioni geologiche, da cui forse anche il toponimo Vesuius da cui deriverebbe a sua volta Sujus.

Ci sono giunte notizie relative a Suio di epoca romana-imperiale: Settimio Severo, con capitali propri, fece lastricare la strada che conduceva da Minturnae ad Aquas Vescinas, coiè Suio, terme di Vescia; due servi dispensatores offrirono al Genio Aquarum Vescinarum ex voto perché fosse garantita il ritorno da vincitori di Caracalla e Geta da una spedizione militare in Britannia.

Ritrovamenti archeologici, e lo studio di documenti storici, indicano che presso la Forma vi fosse la villa di Zethos. Costui lasciò in eredità la villa a Plotino, suo maestro, che traeva sollievo dalle acque termali; qui il filosofo vi morì nel 270. Sui resti della villa di Zethos, nel XIII secolo, fu costruita la chiesa romanica dedicata a “Santa Maria in Pensulis”. La chiesa, appartenente alla commenda dei Cavalieri Ospitalieri di Gaeta, aveva un locale per gli infermi che venivano qui a curarsi.

Il nome Suio è legato al castello, Castrum Suji, sorto per il controllo della foce del Garigliano nel decimo secolo d.C. La fortificazione infatti sorge su di una altura a ridosso della sponda Nord del fiume da cui si ha una visuale da Monte Orlando (Gaeta) al Monte Massico. Il ruolo del Castello, realizzato prima del 1040 (data del primo documento che fa riferimento a Castrum Suji), era importante per il controllo delle incursioni dei corsari saraceni e dei loro insediamenti nella valle. Dopo la battaglia del Garigliano (915) entra a far parte del Ducato di Gaeta, governato dai Dogibile.

Nel 1023 viene fondata la Contea di Suio di proprietà del conte Ugo. A questa data si fanno risalire anche le prime fortificazioni del castello. Nel 1078, a seguito di successive parziali donazioni, la contea viene acquisita dall'Abbazia di Monte Cassino. A Suio v'era un porto fluviale per il trasporto merci verso il cenobio cassinate ed una scafa per l'attraversamento del fiume. La totale mancanza di ponti obbligava i viandanti ad attraversare il fiume con delle piccole imbarcazioni dette scafe. La scafa di Suio consentiva di dragare il Garigliano alla Forma in località Pantano non a caso infatti con il toponimo Forma si indica in Italia una località piena di corsi d’acqua.

In quanto nuova terra acquisita dalla Signoria dell'Abbazia di Montecassino, nell’ottobre del 1079 l’abate Desiderio concesse agli abitanti di Suio le Chartae libertatis, delle Carte di franchigia, come aveva già fatto nel 1061 per Traietto, che includevano una serie di diritti e privilegi molto moderni. Desiderio ampliò anche le fortificazioni, e lo stesso fece l'abate Gerardo (1115 - 1125). Suio entra nell'orbita normanna nel 1140 insieme a Gaeta. Con l’ affermazione dei Normanni in Italia finisce l’epopea del ducato di Gaeta e con essa anche quella della contea di Suio.

Con la nascita, nel 1456, della Provincia di Terra di Lavoro (facenti parte le città di Sora, Pontecorvo, Gaeta, Terracina, Sessa Aurunca e successivamente Capua) ora entrata a far parte del Regno delle due Sicilie attraverso l’unione con la provincia sorella d’Abruzzo, furono riassegnate le contee ai nuovi nobili del Regno e la contea di Suio, il 3 novembre del 1458 per volere dell'Illustrissimo Collegio Araldico, è stata assegnata al Conte Berengario Corleone, XVII Governatore di Terra di Lavoro, facente parte del nobile casato dei Corleone.

Attualmente, sotto la guida del Conte Berengario Corleone, sono state costruite numerose strade di collegamento della contea alle altre terre, un ponte di collegamento delle sponde del fiume che permette oggi ai viandanti di attraversare il medesimo facendo a meno delle imbarcazioni dette scafe e un piccolo monastero addossato alla chiesa romanica dedicata a “Santa Maria in Pensulis”.

Redatto a Suio il 18 del mese di Luglio 1459.

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Messaggio  Conteberengario Sab Mar 03, 2012 7:52 pm

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Messaggio  Conteberengario Gio Gen 17, 2013 12:55 pm

STORIA DELLA VISCONTEA DI SAN PIETRO INFINE

Le attuali terre della Viscontea di San Pietro Infine, facente parte della Provincia di Terra di Lavoro nel Regno delle due Sicilie, sono proprietà attuale del Visconte Berengario Corleone, facente parte della nobile casata Corleone e già Conte della non lontana Suio.

San Pietro Infine è un borgo arroccato su di uno sperone di roccia immerso in un territorio verdeggiante, sul quale capeggia in alto il castello, attualmente in semi rovina. Il borgo ha origine medievale, composto da stretti vicoli a gradoni e alcune case di pietra calcarea con tetti lignei, con una popolazione che vive principalmente di agricoltura e caccia. La posizione protetta ha tenuto lontano il centro dagli eventi tumultuosi che si sono svolti nella Provincia di Terra di Lavoro e nei borghi vicini, ma la stessa posizione ha favorito la diffusione dei briganti, che sono una piaga per la popolazione.
Il territorio dal IV al III secolo a.C. era conteso tra Osci e Sanniti: ci sono pervenute infatti delle mura presso Sant’Eustachio e sul colle Marena-Falascosa. Nella terza guerra sannitica venne conquistato e colonizzato dai romani ma, probabilmente a causa delle devastazioni barbariche subite durante l’Alto Medioevo, non ci sono pervenute testimonianze degli insediamenti romani.
Sul territorio di San Pietro Infine rivestono rilevante influenza i monasteri di San Vincenzo al Volturno e di Montecassino e fa parte della Terra di San Benedetto. La popolazione infatti è interamente Aristotelica e molto praticante.
La Viscontea, il 3 Novembre 1460, per volere dell’Illustrissimo Collegio Araldico, è stata assegnata al Visconte Berengario Corleone, facente parte della nobile casata Corleone, come terra di pensionamento per il suo secondo mandato da Governatore di Terra di Lavoro.

Attualmente, sotto la guida del Visconte Berengario Corleone, è iniziata la ristrutturazione del Castello e la realizzazione di alcune nuove vie di collegamento che facilitino il raggiungimento della Contea di Suio, ulteriore proprietà del nobile Berengario Corleone.
Contemporaneamente sono stati spostati alcuni soldati della Contea di Suio (e reclutati dei nuovi nel territorio), per iniziare una vera e propria “guerra” al brigantaggio per rendere la zona sicura.

Redatto a San Pietro Infine il 15 del mese di Novembre del 1460
Contea di Suoio BerengarioO

Berengario registrò il nuovo documento per le terre di San Pietro Infine

San Pietro Infine,
16 Gennaio del 1461


Nel 16° giorno del I° mese dell'anno del signore 1461,
sotto la supervisione dell'Araldo Territoriale Thomas Leon Spadalfieri Belfiore,
è stata nominata Signora dell'Arco dei Baroni, feudo delle proprie terre,
Terah Skadhi Von Fenner meglio conosciuta come "Queen_skadhi".

Il feudo di Arco dei Baroni, facente parte delle terre della Viscontea di San Pietro Infine,
sarà da oggi gestito da ella, la quale si assume la responsabilità del Castello, dei villici, degli armamenti e campi in esso contenuti.

In fede
Berengario Corleone
Conte di Suio
Visconte di San Pietro Infine


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